In questa fase storica stiamo vivendo un tempo sospeso. Un tempo che necessariamente deve andare avanti non solo con sistemi vecchi, ma anche con sistemi nuovi, a volte mai sperimentati. Come ad esempio il “ nuovo” calcio, ossia quello delle porte chiuse, della mancanza di socialità, delle partite solo in tv, senza cori e bandiere, senza freddo e senza urla. Ma il calcio, si sa, è formato, oltre che dai ventidue giocatori in campo, anche dalle moltitudini sugli spalti. Ma che ne è oggi di quei tifosi? Qualcuno ha pensato e sta pensando a loro? Quando si tornerà alla normalità, saranno ancora sugli spalti? Il dubbio è se si stia pensando a qualche soluzione, o se tutto è semplicemente rimasto “sospeso”.