Calcio e ripartenza, Taroni: “Pensare la partita come momento sociale. Il futuro? Ancora tifosi contingentati”

“Anche in condizioni complicate come queste bisogna considerare lo stadio come momento sociale. Solo con questa logica si riuscirà a pianificare un sistema di sicurezza più efficace. Come proseguirà il campionato? Credo che si continuerà con spettatori in percentuale”. E’ il pensiero di Ferruccio Taroni, presidente dell’A.N.DE.S, l’associazione nazionale delegati alla sicurezza che mette insieme in tutta Italia oltre trentamila tra steward e Dge (Delegati alla Gestione Evento). Taroni fa il punto della situazione quando i campionati di calcio stanno per ripartire, dopo la pausa per le Nazionali. Ripartenza ancora condizionata dalle norme anticontagio.

Organizzare la ripartenza – “In questi mesi in cui si è organizzata la ripartenza del calcio – spiega il numero uno dell’Andes – abbiamo lavorato molto confrontandoci tra colleghi, anche perché è mancata e manca ancora una linea unica ufficiale per l’organizzazione degli eventi. Ogni Regione infatti ha avuto carta bianca per definire un proprio modello di sicurezza e per questo si è arrivati anche al paradosso per cui in alcuni stadi la distanza tra i tifosi deve essere calcolata tra la bocca dei due soggetti, in altri impianti tra le spalle. Per questo, il confronto diretto tra chi lavora sul campo è stato e sarà fondamentale anche in futuro. Da questo punto di vista, la situazione ha fatto emergere anche un’altra riflessione: le scelte che condizionano il lavoro dei tecnici sul campo, come le figure che tutela Andes (Dge e steward, ndr) devono essere prese da tecnici e non da politici. Solo chi conosce alla perfezione i complicati meccanismi dell’organizzare un evento sportivo può fornire indicazioni valide”.

I problemi – “Al momento restano ancora diversi problemi da risolvere per poter lavorare al meglio. La partita di calcio, anche in queste condizioni, anzi forse ancora di più in queste condizioni, deve essere considerata come un momento sociale. E quindi poi adattare i modelli di sicurezza a questo schema. Altrimenti si arriva a paradossi che si sono visti in diverse parti d’Italia anche nelle scorse settimane. Per esempio, tifosi ben distanziati sugli spalti e poi assembrati come se niente fosse appena fuori dai cancelli dello stadio, magari a parlare della partita. Bar dello stadio chiusi, ma aperti appena fuori dalla struttura. Oppure: c’è da considerare la tifoseria ospite che vorrà seguire la propria squadra in trasferta. In questo caso, si dovrà mettere in conto che i tifosi dovranno percorrere chilometri attraversando diverse regioni. Come procedere? Diventa complicato, molti aspetti devono ancora essere programmati nel migliore dei modi”.

Il futuro del calcio – “Io credo che da qui in avanti si procederà con ingressi contingentati dei tifosi nei diversi impianti, anche in considerazione delle capacità di accoglienza dei club e delle strutture sportive.  La curva dei contagi sta risalendo e pensare a un ritorno alla normalità a breve non è pensabile. Servirà più tempo”.

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